“Ognuno ha una favola dentro, che non riesce a leggere da solo. Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.” Pablo Neruda
Ogni persona ha una propria piazza, credo. Questa piazza l’avevo disegnata parecchio tempo fa, aspettava di esser colorata, un po’ come quando hai solo la biro nera a portata di mano e aspetti di avere una bella tavolozza piena di colori.
Sono una tipa curiosa e, da cittadina romana, nel tempo ne ho cambiate di piazze preferite: c’è Piazza Navona, che mi piaceva da piccola, mi sembrava immensa come un transatlantico, con le sue fontane, i suoi artisti di strada come Marcele e, all’angolo, un grande negozio di giocattoli, “Al Sogno”, davanti al quale mi incantavo a guardare le vetrine.
Crescendo è arrivato il momento di Campo dei Fiori, la piazza del rimorchio e dei panini da “Ristocampo”, mangiati alle ore più improbabili! Poi venne il periodo di Santa Maria in Trastevere, un gelato preso a Via della Scala e andavo a sedermi sulla fontana al centro della piazza, mi godevo le sere d’estate romane: qualcuno suonava la chitarra, qualcuno con una birretta, io con l’immancabile gelato...e tutto sembrava perfetto.
Ora la piazza perfetta la vedo così, una piazza piccola, quasi di paese, con qualche panchina pronta ad accogliere un anziano, una coppia di innamorati, la lettura di un bel libro e mettiamoci anche qualche piccione, sennò che piazza è!
Pronta ad ospitare qualcuno o qualcosa di nuovo, un luogo di siesta per chiunque voglia passarci un’ora o giornate intere, qualcuno, forse, lascerà i propri ricordi appesi al sole!
In ogni volto, una storia da indovinare; potrei riempire un quaderno intero di probabili trame e continuare a fantasticare dall’alba al tramonto, oppure aspettare chi ha voglia di raccontare la propria.
Poi ci sono i bambini che giocano, tanti; il nasone e i gessetti colorati che narrano mille avventure fatte o da fare, qualcuno affacciato alla finestra che si prende la sua tazza di caffè, chi si saluta dai balconi...e poi, abbracciate in cerchio con nanetti a seguito, ci siamo noi! Sì, perché lo aspettiamo da un po’ questo abbraccio grande che implode e si espande e porta con sé chissà quali sorprese!
Credo che siamo pronte ad accogliere e donare ospitalità a chi come noi ha voglia di stare qui e custodire pensieri svolazzanti, a volte dolci, a volte duri...sicuramente autentici. Di tanto in tanto questi pensieri fanno nidi con le parole, quasi per proteggersi e rendersi più forti gli uni con gli altri...
allora penso a questa piazza, a noi, ad un cerchio colorato, alle combinazioni di gusti di gelato che sicuramente saranno diverse per ciascuna e a tutte le parole dette o ancora da dire, mescolate come acqua e farina nel gesto caldo che si compie per fare il pane, che aspettano questo: un abbraccio aperto.